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Gestire le aspettative (degli altri)

Siamo essere sociali.

Non viviamo da soli, ma immersi in una rete di relazioni, dalle più strette alle più lontane, che si intrecciano con le nostre vite e con le nostre scelte.

Già: le scelte.

Non possiamo fare a meno di condividere, volontariamente o con le azioni, le nostre scelte, almeno quelle pratiche e tangibili che risultano visibili agli occhi delle altre persone.

La scuola che scelgo, il lavoro che svolgo, gli amici che frequento, il/la partner, il mio stile di vita sono visibili per le mie relazioni più strette.

Così come i miei hobby, i miei sport, la mia casa. 

E le relazioni più strette, tipicamente la famiglia, il/la partner e gli amici più vicini hanno accesso anche ad altre mie scelte, più intime, che riguardano il modo in cui conduco la mia vita.

La vita è fatta di scelte.

Creo e guido la mia vita attraverso decisioni, piccole e grandi.

Le decisioni sono influenzate dalla mia personalità, dalla mia identità, dall’immagine che ho di me, dai miei obiettivi, dalle mie convinzioni, dalla mia cultura, da una lista molto lunga di elementi.

Tutto ciò che io sono, ho vissuto, ho imparato mi porta a compiere scelte diverse.

Scelte che determinano il modo in cui conduco la mia vita, prediligendo alcuni aspetti su altri. 

Il tipo di attività lavorativa che scelgo, per esempio, avrà un grande impatto sulla mia esistenza: sono dipendente o libero professionista? Scelgo un lavoro che mi lasci molto tempo libero, oppure che occupi la maggior parte del mio tempo?

Sono forse un imprenditore? Voglio creare la mia realtà aziendale?

E il modo in cui conduco le mie relazioni sentimentali: scelgo di creare una famiglia? Voglio figli? Mi impegno a lungo termine in una relazione? 

Come mi rapporto con il denaro? Lo gestisco con parsimonia e oculatezza, oppure lo investo in nuovi progetti, oppure spendo quanto guadagno?

Le scelte possono essere infinite.

Ma la domanda fondamentale è: rispecchiano veramente me stesso?

Non è sempre facile, scegliere.

Proprio perché non siamo soli.

Sappiamo, più o meno consciamente, che le persone a noi vicine (e care, solitamente) saranno toccate dalle nostre scelte. Ne saranno forse influenzate.

A volte ne subiranno le conseguenze.

Le scelte implicano responsabilità.

Ed ecco come, rispetto alla responsabilità, potremmo sentire il peso delle aspettative delle altre persone.

Che cosa sono le aspettative?

Sono ciò che le altre persone (in questo caso) pensano che sia il comportamento migliore che noi potremmo – o dovremmo – tenere.

Sono le scelte che si aspettano da noi.

Sono una proiezione delle loro convinzioni.

Le altre persone proiettano su di noi le proprie convinzioni, sulla base delle proprie esperienze, dei propri vissuti, delle proprie storie personali e dei propri bias cognitivi.

Nella maggior parte dei casi, le aspettative non sono pensate su chi noi siamo, sulle nostre aspirazioni e sui nostri sentimenti, bensì riguardano chi le ha.

Le aspettative degli altri parlano di loro, non di noi.

Quando aderiamo alle aspettative degli altri stiamo tacendo i nostri reali desideri.

Ci stiamo conformando al sentire dell’altra persona, aderendo alle sue opinioni, spesso a svantaggio delle nostre.

Seguiamo un modello di pensiero che non è il nostro, oppure ascoltiamo sentimenti ed emozioni (ansia, paura) che non ci appartengono.

Perché lo facciamo?

Dietro all’adesione alle aspettative degli altri vi sono, solitamente, nostre convinzioni e paure.

Le convinzioni possono riguardare il nostro valore, per esempio:

  • non sono in grado di decidere da solə
  • non sono capace di fare le scelte migliori
  • devo ascoltare l’opinione di mio padre/madre/genitori/partner/amici
  • se decido da solə sbaglio
  • non ho abbastanza conoscenze per valutare
  • loro hanno più esperienza di me, sanno che cosa è bene per me

oppure la relazione stessa, per esempio:

  • se non faccio come dice mio padre/madre/partner/amicə, mi giudicano
  • perdo la loro stima
  • si vergognano di me
  • li deludo
  • mi rifiutano
  • mi abbandonano
  • mi ritrovo da solə, non ho più il loro sostegno

 

Tutte queste convinzioni hanno un elemento in comune, che è la paura.

La paura di non essere approvati. Di essere criticati, giudicati.

Di perdere la stima delle persone o, spesso e in maniera non del tutto conscia, il loro amore.

Di essere abbandonati a noi stessi, lasciati soli, allontanati, rifiutati.

Queste paure possono avere radici nell’infanzia, nella modalità che abbiamo conosciuto di amore e di accudimento da parte dei genitori: siamo cresciuti liberi di scegliere, ci siamo sentiti sostenuti nelle nostre esperienze, amati e accettati qualsiasi decisione prendessimo?

Oppure ci siamo sentiti incapaci, fragili, non sostenuti, privati di approvazione e di amore ogniqualvolta le nostre scelte si allontanavano da quelle che i genitori avrebbero preso per noi?

Obbedire alle aspettative degli altri è, per l’inconscio, una modalità per assicurarci l’appartenenza, l’approvazione e l’amore delle altre persone.

Rifletti se questo sta accadendo nella tua vita. 

Hai rinunciato a qualcosa perché non era approvato dai genitori o dal partner?

Hai accantonato i tuoi reali desideri per non deludere gli altri?

Non c’è nulla di male nel voler rendere felici le persone care, anzi è un nobile sentimento, ma quando questo avviene a discapito dei propri bisogni e desideri, diventa pesante e, alla lunga, può creare:

  • rabbia: verso gli altri e verso sé stessi, per avere favorito i bisogni altrui 
  • frustrazione: per non avere realizzato i propri talenti e capacità
  • rimpianto: per non avere colto opportunità e avere sprecato occasioni.

Non è mai troppo tardi per ascoltare la tua verità interiore

Se ti ritrovi in questa descrizione, sappi che non è mai troppo tardi per cambiare direzione, e per iniziare ad ascoltare la tua verità interiore.

Come fare?

Ecco alcuni passi fondamentali:

  • ascoltati profondamente. Chiediti se ciò che stai facendo ti renda felice e corrisponda veramente alla tua natura
  • chiediti se i tuoi ritmi, le tue abitudini di vita rispecchino i tuoi bisogni, o piuttosto quelli di qualcun altro
  • se necessario, esponi i tuoi bisogni con calma e tranquillità alle persone care. Ti capiranno, vedrai. Se ti vogliono bene, riconosceranno i tuoi bisogni.
  • inizia ad attuare qualche cambiamento, a scegliere abitudini e attività più coerenti con te. Ascolta come ti fanno sentire.
  • se le altre persone manifestano delusione nei tuoi confronti… esponi loro con tranquillità le tue emozioni e i tuoi bisogni. Vale quanto detto sopra. 
  • se proprio le altre persone non accettano il tuo nuovo modo di essere… beh, affronta l’eventuale senso di colpa, la sensazione di essere sbagliatə, di deludere: a volte è indispensabile passare attraverso queste emozioni per essere sé stessi.

Passa attraverso il senso di colpa e la sensazione di deludere gli altri

Rendere felici tutti è impossibile. 

Vi sarà sempre qualcuno che si aspetta un comportamento diverso, da te.

Rinuncia a voler soddisfare le aspettative degli altri, anche quando questo ti sembra sbagliato ed egoista: perché in realtà non lo è. 

Ciascuno di noi ha il diritto di creare la propria vita e di realizzare sé stesso

Prendi il coraggio a due mani e affronta questa questione. 

Se sei arrivatə fino a qui con la lettura, probabilmente è un tema che ti tocca particolarmente, che ti risuona. 

Parlane con qualcuno, eventualmente chiedi aiuto a un professionista, per affrontare le inevitabili emozioni pesanti che proverai nel cambiamento.

Ma non rinunciare a te stesso.

Image by Silvia from Pixabay

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