La felicità non ci spinge al cambiamento. Quando stiamo bene godiamo di questo stato d’animo il più a lungo possibile, giustamente.
È quando non siamo felici, che desideriamo qualcosa di diverso. Quantomeno desideriamo che quel malessere finisca, si trasformi, lasci spazio a qualcosa di più leggero, di piacevole, desideriamo la gioia.
Il fatto è che noi cambiamo ogni giorno: non siamo mai la stessa persona.
E le cose intorno a noi non sono mai le stesse. Nulla rimane immobile, la vita è una continua trasformazione, a volte impercettibile, a volte esplosiva.
Anche quando stiamo male stiamo cambiando, anche se non ce ne rendiamo conto. Qualcosa dentro di noi accade sempre, nello spazio più profondo di noi stessi qualcosa si agita, smania, a volte esplode, cercando di portare cambiamento negli strati più coscienti.
Il primo passo per poter cambiare la nostra vita è portare alla coscienza quel movimento interiore di ribellione, di scontentezza, di profonda infelicità.
E sì, perché spesso, molto spesso, non siamo mica consapevoli di stare così male: non siamo coscienti dell’infelicità, dell’insoddisfazione.
O meglio: sappiamo che qualcosa non va… sentiamo quelle sensazioni sgradevoli di fastidio, di rabbia a volte, di malinconia, o semplicemente di noia che ci attanagliano nelle nostre giornate.
Ma molto molto spesso non diamo spazio a quelle sensazioni. Quando le sentiamo, preferiamo nasconderle, allontanarle, e troviamo un sacco di modi per farlo. Siamo molto creativi nel mettere a tacere le emozioni.
Troviamo lo sport, magari spinto agli estremi. Troviamo il cibo, le serie televisive, i social. Troviamo la vita mondana, lo shopping, il fumo. E anche cose più pesanti, come l’alcool o le sostanze. E anche le esperienze più vitali possono venire usate per spegnere, per non sentire: le relazioni, il sesso. Ogni aspetto della vita può essere usato in modi diversi, con finalità diverse, può diventare un modo per riempire, per nascondere, per non pensare.
Lo sento dire spesso: “Lo faccio per non pensare“.
Purtroppo però non si tratta di non pensare, ma di non sentire.
In questo modo spegniamo il sentire, o ci illudiamo di riuscire a farlo.
Vi dico una cosa: non sentire è impossibile. Se non sentiamo con la mente conscia, sentiamo con il corpo. Mettere a tacere le emozioni sgradevoli è impossibile. Se non le ascoltiamo, urlano attraverso gli organi.
È difficile ammettere di non stare bene, lo so. È difficile ammettere di avere fatto scelte sbagliate, di avere preso una strada che non ci rende felici. È difficile ammettere che una relazione non ci dà più gioia, che ci sentiamo in gabbia, che vorremmo cambiare strada, cambiare rotta, cambiare orizzonti.
Sento spesso persone dire: non posso cambiare, non posso lasciare questa situazione. Non è questo che mi fa stare male.
Il punto è che il primo passo, quello veramente necessario per cominciare a stare meglio, è dire la verità. Dire la verità a se stessi.
Solo quando ammettiamo con sincerità di stare male, di avere bisogno di cambiamento, è solo allora che ci diamo il permesso di immaginare qualcosa di diverso. Magari non sappiamo ancora che cosa, né come. Ma possiamo iniziare a ipotizzarlo, a crederlo possibile, e quindi a cercarlo, a costruirlo, a crearlo.
Non c’è cambiamento senza consapevolezza.
O meglio, a volte accade: quando le altre persone decidono per noi, oppure quando accadono cose al di fuori del nostro controllo, e nelle conseguenze di quella decisione o di quell’evento, dopo un iniziale choc, dopo il dolore, o il trauma, o l’incredulità, ci rendiamo conto che sì, neanche noi stavamo bene in quella situazione e che sì, forse tutto sommato è stato un bene. È una consapevolezza che arriva dopo, a cose fatte. Ma arriva.
Ma quanto è incredibilmente potenziante, invece, portare consapevolezza prima.
Essere consapevoli di ciò che stiamo vivendo. Ascoltare ogni giorno se la strada che percorriamo ci piace, è giusta per noi, magari aggiustare il tiro, cambiare qualcosa, o creare un progetto di vita diverso, nuovo.
Nella consapevolezza ci diamo la possibilità di vivere meglio.
Non è possibile fare una scelta diversa, neanche immaginare una scelta diversa, se non abbiamo consapevolezza che quella in cui ci troviamo non fa per noi.
Io sono fermamente convinta del potere della consapevolezza.
Nella mia vita è stata fondamentale, mi ha permesso di vedere con chiarezza come ciò che stavo facendo fosse una scelta razionale, ma non di cuore. Come le modalità di vita nelle quali ero stata cresciuta fossero incomprensibili, e inaccettabili, per me.
Mi ha permesso di scoprire piano piano chi sono , che cosa voglio, che cosa mi piace.
E di agire per raggiungerlo.
Ma questa è la prossima puntata.